Il 4 febbraio 1972 il senatore americano Strom
Thurmond invia un memorandum al presidente Richard Nixon (e qui è storicamente
corretto fare nomi e cognomi) per sottolineare la necessità di intervenire, con
tutti i mezzi possibili, su John Lennon. In realtà l’F.B.I. guidata da John
Edgar Hoover aveva già aperto un dossier su questo musicista, già “membro del
gruppo The Beatles” e così appassionato di politica, così come li aveva aperti
su chiunque avesse anche una vaga simpatia per posizioni divergenti. Qui comincia
un intreccio di coincidenze che è difficile, alla luce della ricerca di Jon
Wiener, definire ancora tali: per esempio, Strom Thurmond è lo stesso senatore
che avrebbe voluto usare la bomba atomica in Vietnam; Richard Nixon è lo stesso
presidente americano costretto a dimettersi per lo scandalo del Watergate; John
Edgar Hoover è stato il protagonista di un ambiguo centro di potere da lui
sviluppato dentro e attorno l’F.B.I. e ad altre agenzie federali più o meno
segrete. I suoi agenti speciali seguirono John Lennon giorno per giorno per più
di un anno, in cerca di un reato, un motivo per espellerlo dagli Stati Uniti,
ma alla fine dovettero cedere. Tutto quel dossier è diventato in gran parte
pubblico grazie agli sforzi e alle battaglie condotte da Jon Wiener che è
arrivato ad appellarsi alla Corte Suprema per scoprire la verità. E' tutto
raccontato in Dimmi la verità: il dossier dell’F.B.I. su John Lennon, che esplora e racconta
almeno due battaglie per la libertà. La prima è quella di John Lennon che ha
dovuto subire le persecuzioni dei principali servizi segreti americani per le
sue posizioni contro la guerra, per i diritti civili, per avere la possibilità
di immaginare un altro mondo, un’altra vita. “Tutti gli estremisti devono
essere considerati pericolosi” dice un rapporto sul campo, eppure sono gli
stessi dossier a dimostrare che John Lennon non ha commesso alcun reato. In
queste pagine non ci sono teorie della cospirazione, complotti o trame
invisibili. E’ l’ossessione di un governo spaventato, come nota Jon Wiener, da
un’altra, incomprensibile forma di potere: il potere della fantasia, dell’arte
e del rock’n’roll che ha provato a fermare in tutti i modi possibili, molti dei
quali (questa volta, sì) illegali. Non a caso, e in modo molto pertinente Jon
Wiener definisce questi dossier “il Watergate del rock’n’roll” perché hanno
scoperchiato il vaso di Pandora degli archivi federali americani, mettendo a
nudo la vera natura dell’operazione di intelligence costruita attorno alla
figura di John Lennon e gettando in campo preoccupanti interrogativi (visto
anche come è andata a finire, 8 dicembre 1980). L’altra battaglia per la
libertà è quella che ha dovuto sostenere John Wiener per ottenere l’accesso
agli archivi. Tra corsi e ricorsi, citazioni e sentenze che l’hanno visto
protagonista di una lunga causa legale contro l’F.B.I., non è una lettura
agevole, ma è la testimonianza di una lotta che che è e resta un caposaldo
nella libertà di informazione.
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