martedì 4 novembre 2025

Thomas Zigal

Paul Blanchard ha ereditato una fortuna, ha una moglie e due figli adorabili e la difficoltà maggiore all’ordine del giorno è trovare la giusta la temperatura del gin. Nella sua vita è tutto perfetto o quasi, ma c’è un buco nero nei suoi trascorsi, quando se ne è andato in California per un bel po’. Il figliol prodigo lo deve ammettere: “Alla fine torniamo sempre a casa. Possiamo resistere qualche anno, magari, ma non per sempre. Ci manca quello che abbiamo qui. I favori, le corsie preferenziali, le indulgenze che vengono con il nostro nome. Gli altri sono qui per lavorare con noi”. Questi sono i motivi principali per cui New Orleans è una trappola da cui è impossibile fuggire. Non sono soltanto gli echi mai sopiti della guerra di secessione, il razzismo e la schiavitù e i loro derivati. I conflitti sono tanti e Paul Blanchard trovandosi, suo malgrado, in mezzo a tutte le intersezioni è sempre nel posto sbagliato e nel momento peggiore. A New Orleans ha soltanto l’imbarazzo della scelta. Questo ce lo rende simpatico nonostante sia un figlio di papà senza particolari doti. Un giorno sulla soglia della sua bella magione gli si presenta Mark Morvant, un amico di gioventù, ma anche “quello che sa dove sono sepolti tutti i cadaveri” e gli chiede non solo di ricambiare un antico e pesantissimo favore, ma di intercedere presso la White League perché sostenga la sua candidatura a governatore della Louisiana. Do ut des, senza via di scampo. La politica e la corruzione sono “business as usual”, e non soltanto a New Orleans dove il dilemma del ricatto dura da anni, ma nella perentoria richiesta c’è un taglio nuovo e diverso. La White League è un’organizzazione occulta  esistita veramente ma di cui si sono perse le tracce. Protagonista tra l’altro di una leggendaria insurrezione su Canal Street, imponeva gli interessi bianchi e altolocati con metodi efferati e brutali. Confuso e perplesso più del solito, Paul Blanchard confessa: “Non riuscivo a credere nell’invisibile, anche se stavo cominciando a capire che forze invisibili governavano il mondo molto più di quanto avessi mai immaginato”. Lì si apre un vaso di Pandora che attraversa più generazioni: un popolo di ombre che si alimenta di sigari e scotch in circoli ristretti e privatissimi che incidono non poco sulla vita pubblica, ma che, come nel caso della White League, hanno in catalogo anche linciaggi, rivolte e omicidi. Il prezzo dello status quo. Per Paul Blanchard e per chi lo segue è un crescendo inarrestabile: Thomas Zigal riesce a rendere benissimo il ritmo rocambolesco, spesso condito con una punta di salace ironia, e a tratti persino comico, con dialoghi stringenti e un continuo richiamo alle caratteristiche e alle tradizioni della Big Easy. Conosce ed esalta le battute, lo slang, la topografia e l’anima di ogni vicolo: ha un senso del dettaglio scrupoloso e nello stesso tempo riesce ad avere uno sguardo panoramico capace di abbracciare interi quartieri fino al carcere di Angola. New Orleans è uno state of mind: la violenza e il disordine sono considerati parti integranti del mood cittadino, come il clima, il cibo e soprattutto il Mardi Gras, da cui non si può prescindere e che costituiscono elementi portanti della storia. Hanno il potere di determinare la trama, al di là delle peripezie dell’ineffabile Paul Blanchard e per estensione della sua famiglia. The White League è un’apologia di New Orleans: la città è la vera protagonista del romanzo (grazie al meticoloso lavoro di traduzione e di annotazione di Nicola Manuppelli) e gli intrighi e i segreti, l’attrito infinito e irrisolto tra presente e passato, persino nei risvolti architettonici, sono raccontati con le cadenze travolgenti di un thriller, ma con la coscienza di un’osservazione antropologica. Con la benedizione di Tennessee Williams e Truman Capote, citati en passant, The White League celebra Niu Orlinz in grande stile, nel bene e nel male, concedendo il dono dell’innocenza soltanto alle donne, e si vedrà fino alla fine, nonché alla musica che scorre alla grande con Little Richard, i Neville Brothers, Muddy Waters, Louis Armstrong, Randy Newman con Louisiana 1927, Johnny Adams, Professor Longhair, James Booker, Clarence Gatemouth Brown, Walter Wolfman Washington, Irma Thomas e la Bobby Blue Band con Turn On Your Love Light e Somewhere Between Right and Wrong. Roba di gran classe.

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