Romanzo dopo romanzo, Dave Robicheaux, oltre a diventare il miglior anfitrione della Louisiana e di un’America oscura, si è trasformato in una sorta di sentinella morale, che segue una contorta, ma efficace filosofia alimentata dai suoi drammi personali non meno che dai conflitti della terra in cui vive. Questa è ormai la definizione delle sue storie, dove la trama resta funzionale a fornire un background alla sua evoluzione. Succede anche in Una cattedrale privata, che comincia attorno a Johnny Shondell e Isolde Balangie, una coppia di giovani musicisti che aspirano a trovare un ruolo nell’industria discografica e si ritrovano a scontrarsi con il solito sottobosco di produttori, manager, speculatori e truffatori assortiti. La loro avventura (e la loro storia) è messa in pericolo dalle rispettive famiglie che si combattono da secoli. La faida si perde nel tempo e nelle idee dei capostipiti rimasti dovrebbe trovare una tregua, se non proprio una convivenza. Il prezzo da pagare è la stessa Isolde, data in pegno a suggellare la provvisoria cessazione delle ostilità. Il traffico di esseri umani, a sfondo sessuale, è un reato particolarmente odioso e quando Dave Robicheaux lo scopre, accende una scintilla che è destinata a far esplodere questa versione di Romeo e Giulietta in salsa cajun, molto speziata, e avvolta in una nebbia torbida e psichedelica. La terre comune di Una cattedrale privata resta collocata sulla mappa nell’andirivieni tra New Iberia e New Orleans, con gli interventi spropositati di Clete Purcel, i bassifondi brulicanti di un’umanità dolente e di rari alfieri dell’innocenza e della bellezza. Le baruffe, le risse, i colpi di scena (a raffica) sono soltanto gli aspetti superficiali e spettacolari che punteggiano un territorio stratificato, sia nello spazio che nel tempo, dove, nell’atmosfera umida e lattiginosa del bayou, sospeso tra le maree e le paludi, si mescolano fantasmi evanescenti e mostri molto reali. L’apparizione di un antico galeone, oltre a riaccendere tragici ricordi del commercio degli schiavi, spalanca le porte di universi paralleli, che in Louisiana hanno ragioni simboliche e metaforiche per esistere e continuare ad asfissiare ogni vita quotidiana. Con Una cattedrale privata, James Lee Burke conduce in una vasta zona grigia dove la realtà e le tenebre dei sogni e degli incubi si mescolano come il ghiaccio nel Jack Daniel. Più di Dave Robicheaux, che pare ipnotizzato dagli spettri, se ne avvede Clete Purcel: “Questa volta è diverso, tutto quello che abbiamo fatto. Il modo in cui il mondo appare. Come se stessimo entrando e uscendo dal tempo”. L’elemento soprannaturale, non insolito nei romanzi di James Lee Burke in Una cattedrale privata è ancora più ingombrante. L’intreccio di passioni, scontri, legami (che risalgono al passato, e fino all’Italia), con le apparizioni mefistofeliche di Gideon Richetti, che si rivelerà un alleato insolito e misterioso, conducono Streak alias Dave Robicheaux e Clete Purcel in un vortice allucinante di deviazioni, che non esclude nulla, dalla pedofilia alle torture medievali. I tormenti di Dave Robicheaux diventano un refrain ricorrente più che mai e le visioni che condivide con il suo socio diventano via via una forza gigantesca e oppressiva finché lo stesso James Lee Burke non spiega che “ognuno di noi ha una cattedrale privata che si guadagna, un posto speciale a cui ritorna quando il mondo prima o poi diventa troppo, e smarrimento e disperazione vengono con il sorgere del sole”. Il processo di identificazione con Dave Robicheaux arriva così un punto di non ritorno: la rigorosa percezione di una netta distinzione tra bene e male vacilla, l’idea stessa di giustizia collassa su se stessa sotto il peso della burocrazia e dei politici e viene superata dalla vendetta, intesa come resa dei conti tout court, senza esclusioni di colpi, in questo o nell’altro mondo. In questo la premiata ditta dei Bobbsey Twins non si lascia sfuggire nulla e, per fortuna (nostra e loro) colpisce durissimo. L’epigrafe di Muddy Waters diceva già tutto fin dall’inizio, ma lì dentro c’è un’altra storia, ancora più lunga e complicata.
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