Per capire di cosa si sta
parlando, quando si parla di Cronosisma:
“Il presupposto di Cronosisma Uno era che un terremoto, un improvviso difetto
del continuum spazio-temporale, costringesse tutti e tutto a ripetere ciò che
avevano fatto nel decennio precedente, buono o cattivo che fosse. Si trattava
di un déjà vu della durata di dieci lunghi anni. Non potevi lamentarti del
fatto che la vita fosse roba rifritta, né chiederti se stessi diventando scemo
o se tutti stessero diventando scemi. Non c'era assolutamente niente che
potessi dire durante la replica se già non l'avevi detto una prima volta nel
corso del decennio precedente. Non potevi nemmeno salvarti la vita, o salvare
quella di un tuo caro, se non eri riuscito a farlo nella prima occasione”.
Protagonisti dei cronosismi (che
in poco tempo diventano due) sono Kilgore Trout, scrittore di fantascienza (o
fantascientifico) e il suo alter ego, Kurt Vonnegut. O (come si sa) viceversa,
ma non è un grosso problema, perché una volta finiti tra i rami del folle albero
genealogico che Kurt Vonnegut dipana tra le pieghe di Cronosisma o si è disposti ad accettare tutto e di tutto, o è
meglio lasciar perdere. All’età di settant’anni e senza aver perso un filo
della sua verva visionaria e sarcastica, Kurt Vonnegut poteva permettersi
questo ed altro, compresa una sottile vena di ripetitività o, per dirla con
l’ineffabile Kilgore Trout, persino di viaggiare con il pilota automatico.
Difficile però andare a dirglielo perché proprio nel caos di Cronosima è facile vedere una rappresentazione paradossalmente
realistica del mondo in cui viviamo, dove, “così come durante una replica
conseguente a un cronosisma, la gente non cambia, non impara mai nulla dai
propri sbagli, e non chiede scusa”. Nel Cronosisma il tempo fluttua nel disordine delle parole, nel
florilegio di citazioni degli
altri scrittori (un piccolo saggio delle letture Kilgore Trout: Willa Cather,
Saul Bellow, Heinrich Böll, Thornton Wilder, Jerzy Kosinski, Sinclair Lewis,
John Steinbeck, Isaac Asimov, Hemingway e Thoreau, Shakespeare e Voltaire e,
più di tutti, George Bernard Shaw e Vonnegut stesso) e con la riduzione
temporale del cronosisma più
pericoloso, quello della televisione perché “le battute per la TV debbono
riguardare eventi che abbiano avuto a che fare con la TV, e molto recentemente.
Se una battuta avesse riguardato qualcosa che non era passato in TV per un mese
o più, gli spettatori non avrebbero avuto idea su cosa dover ridere, per quanto
le risate registrate potessero essere contagiose. Capito? La TV è una gomma
per cancellare”. Se c’è un’alternativa al
cazzeggio di una vita, come lo chiama Kilgore Trout, lo può dire solo Kurt
Vonnegut che infatti nelle prime pagine di Cronosisma spiega: “Nelle conferenze sostengo che una plausibile
missione degli artisti sia quella di far sentire le persone almeno un po’
contente di essere vive. A quel punto c’è sempre qualcuno che mi chiede quale
artista ci sia riuscito. Io rispondo: i Beatles”. Si può convenire, aggiungendo
gli Stones.
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