Con
la neve fino agli occhi è
la storia di Zachary Swan, nome di battaglia di uno dei precursori
dello spaccio di droga su larga scala. A cavallo tra gli anni
Sessanta e Settanta trasformò completamente il traffico delle
sostanze stupefacenti quando scoprì che era molto più semplice e
redditizio commerciare cocaina piuttosto che ingombranti carichi di
marijuana. Qualche doverosa premessa, per non farsi confondere le
idee: Con
la neve fino agli occhi non
è un'apologia dello spaccio di droga e non considera Zachary Swan un
eroe assoluto; non è un'elegia all'abuso di marijuana, cocaina,
acidi e altre dolcezze; non contiene visioni psichedeliche (a parte
un paio di citazioni dei Grateful Dead) o evoluzioni linguistiche
influenzate da viaggi della mente. In effetti di paradisi artificiali
Zachary Swan ne conosce ben pochi: per quanto redditizi, i suoi
traffici coinvolgono un intreccio di persone, relazioni, amicizie più
o meno pericolose e tensioni che non si risolvono mai perché
"trafficare droga vuole dire aspettare. Seduti in una stanza.
Aspettare e ammazzare il tempo. A dispetto di quanto complicati siano
i preparativi, di quanto l'affare sia a tenuta stagna, trafficare
significa innovare, prendere al volo, modificare l'operazione perché
la tua barca o il tuo corriere se la sono filata". Per questo la
cocaina, o la droga in generale, è del tutto relativa nell'economia
generale di Con
la neve fino agli occhi:
il senso ultimo del traffico è ben pesto chiaro ("Comunque la
maggior parte della gente non sa che cosa sniffa, sa solo cosa ha
comprato. Se gli offri roba pura si lamentano del prezzo dicendo che
è merda perché non è uguale a quella che si fanno di solito. Così
la tagli con il borace e ti pagano tutto quello che chiedi. Ma ci
vuole tempo. Dopo averne smerciata gran parte a un prezzo onesto,
puoi infinocchiare la gente con quello che resta per il piccolo
spaccio") almeno quanto i suoi pro (i soldi) e contro (qui
l'elenco è più difficile). La differenza la fa il ritmo della
scrittura che è un ibrido tra rock'n'roll e reportage, con Robert
Sabbag che si destreggia ad essere investigatore e testimone nello
stesso tempo, tanto che alla fine viene il dubbio che qualcosa
l'abbia vissuta anche lui in prima persona. Gli applausi da Hunter S.
Thompson e Norman Mailer dovrebbero servire da ulteriore garanzia, ma
a tutti gli effetti Con
la neve fino agli occhi è
un libro splendido e trascinante, che non mancherà di stupirvi.
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