Lo stupore e l’entusiasmo che alimentano le Meditazioni sulla natura selvaggia di John Muir sono contagiosi e quanto mai necessari a immergersi in “una ragionevole meraviglia”. Ogni passaggio raccolto in questa essenziale antologia dei suoi scritti si distingue per una predisposizione all’incanto e allo sviluppo di una considerazione che porta a pensare che persino i minerali e le rocce siano protagonisti di una vita propria. È uno dei passi più arditi, in quell’afflato verso la comprensione complessiva della natura in tutta la sua vastità, così espressa, en passant: “Questo meraviglioso spettacolo è eterno. È sempre l’alba da qualche parte; la rugiada non si asciuga mai in una sola volta; una pioggia cada sempre; sempre si effonde il vapore. Eterna alba, eterno tramonto, eterna luce e oscurità, su mari e continenti e isole, ciascuno a sua volta, mentre la terra rotonda continua a rotolare”. Una definizione che può essere solo maiuscola: John Muir parla di persino “palinsesto”, come se il paesaggio di flora e fauna fossero un dramma unico, peraltro comprensivo degli esseri umani, Dalla venerazione per gli alberi, che è la spinta principale delle escursioni di John Muir, allo stupore continuo di fronte alle bellezze dello Yosemite o delle burrasche nell’oceano o anche alla “storia di una singola goccia di pioggia”, l’osservazione è rivolta in modo costante e coerente all’evoluzione del paesaggio e alla condivisione della sua scoperta: “Com’è meraviglioso il potere della bellezza! La contemplo intimorito, e potrei lasciare tutto per lei. Un lavoro infinito e gioioso sarebbe quello di rintracciare le forze che hanno forgiato le sue caratteristiche, le sue rocce, le sue piante, i suoi animali e il suo tempo magnifico. Ovunque è bellezza al di là di ogni pensiero, sotto, sopra, conclusa e all’opera, per sempre”. Anche nella sua eterogenea composizione Le montagne mi chiamano segue una progressione chiarissima: a differenza di Thoreau, John Muir dice di non aver “mai cercato di abbandonare i credi o i codici della civiltà; essi se ne sono andati per conto loro, senza lasciare alcuna coscienza della loro perdita”. La contemplazione diventa una modalità di accesso al mondo e anche uno strumento che ne cambia la percezione: “Quando una pagina viene scritta una sola volta, può essere facilmente letta; ma se viene scritta più e più volte con caratteri di ogni dimensione e stile diviene presto illeggibile, anche se fra tutti i caratteri non c’è un solo segno o pensiero confuso e privo di significato che possa rovinare la perfezione della pagina. Le nostre limitate capacità sono allo stesso modo esitanti e incerte nel leggere le inesauribili pagine della natura, perché sono state scritte innumerevoli volte, con caratteri di ogni dimensione e colore, perché ogni parte di un carattere è una frase”. Ogni sentiero è un viaggio diverso perché “in fondo, non sappiamo mai davvero dove andremo, né quale guida dovremo seguire: uomini, tempeste, angeli custodi o greggi. Forse ognuno di noi è guidato molto più di quanto creda di sapere”. L’immersione nella wilderness avviene in modo spontaneo, come spiega John Muir: “Non è stato un ritirarsi, nessuna solenne abiura del mondo. Ero uscito solo per fare due passi, ma alla fine decisi di restare fuori fino al tramonto, perché uscire, come avevo scoperto, significa dover entrare”. Davanti alla solennità delle sequoie come al furtivo apparire di un’orchidea, John Muir parla di “unità” composta da molte unità e di un tempo in cui “ogni giorno si apre e si chiude come un fiore, senza rumore, senza sforzo. La pace divina risplende su tutto il maestoso paesaggio come la gioia quieta, entusiasta, che talvolta trasfigura il nobile volto umano”. Con un minimo sindacale di sensibilità e ricordando “quanto poco del mondo è soggetto ai sensi umani”, la mutazione è pressoché inevitabile, così come arrivare alle stesse conclusioni di John Muir, ovvero che “è il potere dell’immaginazione a renderci infiniti” e a portarci lontano finché “il posto in cui ci troviamo per caso sembra il migliore possibile”. Se serve un guida per arrivarci, questa è la migliore.
Nessun commento:
Posta un commento