Biografia
di uno scrittore da quattro soldi
è un piccolo libro (ottanta pagine, più o meno) che rivela moltissimo di H. P.
Lovecraft e, per estensione, di tutta la letteratura fantastica. In gran parte
è una sorta di diario sostenuto dagli spunti autobiografici, mentre più ci si
addentra e più si prende coscienza della portata del suo lavoro. Su Danse
Macabre, Stephen King lo
ricordava così: “Lovecraft è stato definito uno scribacchino, descrizione che
rifiuto con forza, ma che lo sia stato o non lo sia stato, e se era uno
scrittore della cosiddetta letteratura (dipende dalla vostra tendenza
letteraria) non importa molto in questo contesto, perché in ogni caso
Lovecraft prese il suo lavoro molto sul serio. E si vede”. Il carattere
popolare della scrittura di H. P. Lovecraft, e per esteso della letteratura
del fantastico, godono proprio di quell’impegno che in Biografia di uno
scrittore da quattro soldi viene
ribadito così: “Quello che insisto a fare, è cercare di riprodurre atmosfere e
sensazioni al meglio delle mie possibilità. I risultati potranno essere miseri,
ma preferisco puntare a un’espressione letteraria di valore, piuttosto che
accettare gli standard artificiali di una narrativa scadente”. Spulciando la Biografia
di uno scrittore da quattro soldi
si scopre, prima di tutto, il nucleo della letteratura fantastica secondo
Lovecraft che è “un vago disagio nei confronti dell’era moderna, in modo da
pensare al tempo come a un’entità mistica e portentosa, all’interno della quale
si può scoprire ogni genere di meraviglia inaspettata”. La traduzione di questa
percezione in scrittura avviene secondo un paio di schemi molto efficaci.
Primo: “i racconti fantastici possono essere raggruppati in due categorie
approssimative: quelle in cui l’orrore o la meraviglia sono legati direttamente
a una condizione o un evento, e quelli che riguardano le azioni dei personaggi
e la loro connessione alla condizione particolare o all’evento bizzarro”.
Secondo, fondamentale assioma: “E’ l’atmosfera, e non l’azione, il più grande
obiettivo della narrativa fantastica”. E’ il carattere popolare della sua
scrittura quello che emerge in questa Biografia di uno scrittore da quattro
soldi, sottolineato in
modo ironico anche dal titolo (quanto mai appropriato) perché poi “ci sarà
sempre una piccola percentuale di persone che brucerà di curiosità per lo
spazio esterno inesplorato, che desidererà ardentemente di scappare da quella
prigione chiamata realtà sconosciuta. La meta di questi viaggi sono le terre
incantate, piene di avventure incredibili e infinite possibilità, che i sogni
aprono a noi, o che sono evocate, per un secondo, dalla visione di foreste
impenetrabili, torri singolari o tramonti fiammeggianti”. La sua influenza è
enorme, palese e cruciale: basta scorrere l’elenco di note e soggetti appena
accennati in coda alla Biografia di uno scrittore da quattro soldi per trovare una mezza dozzina di trame di
altrettanti romanzi di Stephen King, per dire quanto il suo miglior allievo
abbia imparato dal maestro.
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