Nell’estate
del 1986 Dale Maharidge e il fotografo Michael Williamson ripercorrono il
viaggio di James Agee e Walker Evans di cinquant’anni prima da cui nacque Sia
lode ora a uomini di gloria. Anche
se è passato mezzo secolo e nell’Alabama le trasformazioni sono andate al
rallentatore perché “molti vivono in una specie di limbo, né borghesi né
poveri, e si trascinano dietro il grande peso del passato”, anche se c’è già un
tracciato molto marcato che Dale Maharidge e Michael Williamson devono seguire,
E i loro figli dopo di loro non
è per niente accomodante o scontato, anzi. Intanto, le condizioni economiche e
sociali non sembrano aver subito trasformazioni tangibili. Quel “passato
latente” fatto di disperazione e miseria, di fatiche immani per conservare un lavoro
appena appena dignitoso, è una ferita che non vuole rimarginarsi. Se è cambiato
qualcosa, è difficile da notare confrontando le immagini di Michael Williamson
con quelle di Walker Evans. Come le fotografie in bianco e nero, Dale Maharidge
è rigoroso e preciso nel fare un quadro generale degli alberi genealogici
potati e scorticati dalle crisi e dalle depressioni: “Molti membri di quelle
famiglie non erano pronti per affrontare le sfide del mondo che li aspettava
dopo il crollo del sistema del cotone. Non era mai stato insegnato loro il
sistema di convinzioni del ceto medio urbano, basato sulla speranza e
sull’aspettativa di un continuo miglioramento. La transizione sarebbe stata
difficile. La scelta che veniva loro offerta, andare avanti oppure tornare
indietro, sembrava irragionevolmente dura. Alcuni insistettero per barricarsi
nel passato, continuando a vivere defilati ed evitando il mondo moderno”.
L’attenzione che Dale Maharidge dedica alle singole esperienze si scontra con
il lascito di James Agee che, trascinato dall’entusiasmo e dalle migliori
intenzioni, arrivò in Alabama con pochissime indicazioni utili e una qualità
delle fonti molto prossima allo zero. Dopo un mese inconcludente, il rischio che l’idea stesse avviandosi
al fallimento era qualcosa in più di una vistosa probabilità. Poi James Agee e
Walker Evans incontrarono i Gudger, i Rickett e i Woods e la storia di Sia
lode ora a uomini di gloria
cominciò a vivere di vita propria. Tornando laggiù, Dale Maharidge riscopre
anche ombre e contraddizioni di quel lavoro, i legami irrisolti di James Agee
(che è rimasto un ospite, se non proprio uno straniero) e il profilo tagliente
di tempi che appaiono immobili nella loro durezza. E i loro figli dopo di
loro non cerca di ricomporre un
quadro ormai spezzato e nemmeno di ricongiungere linee scomparse nella polvere.
Come spiega Dale Maharidge, E i loro figli dopo di loro “parla di un gruppo di uomini e di donne che,
molto tempo fa, ci hanno raccontato sull’America qualcosa che noi, in quanto
società, non abbiamo voluto affrontare; e oggi hanno qualcos’altro da dirci che
ci riguarda molto da vicino”. La sua attualità, così come quella di Sia lode
ora a uomini di gloria, è tutta
lì, in quell’errore che si ripete all’infinito.
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