martedì 18 dicembre 2012

John Dos Passos

Ronzinante di nuovo in viaggio raccoglie una sparuta selezione di scritti giovanili di John Dos Passos, già reduce dalla prima guerra mondiale e viandante in terra spagnola. Gli appunti e le osservazioni, siamo a cavallo tra il 1919 e il 1920, e la Spagna non è ancora travolta dalla guerra civile, diventano articoli che poi raccolti formano una sorta di diario di viaggio. Ronzinante è di nuovo in viaggio è solo una selezione, peraltro puntuale, del viaggio di John Dos Passos attraverso la Spagna e in modo particolare è riferito ai suoi talking by the road in cui il protagonista è Telemaco, suo mitico alter ego, che in combutta con Lieo, altra figura presa in prestito dall’Olimpo, si ritrova sulle strade spagnoel con don Chisciotte della Mancia alias Alonso Quijano e Sancio Panza. L’incontro che immagina John Dos Passos è quello che sognamo tutti: comprendere perché ce ne andiamo sempre contro i mulini a vento da chi è costretto, da un capolavoro assoluto, ad andarci all’infinito e che lo ricorda persino con una punta di ironia: “Gentiluomini, è piuttosto ridicolo dirlo, ma ancora una volta siamo partiti con lancia ed elmo come cavalieri erranti per liberare lo schiavo, per riparare i torti dell’oppresso”. Sapere perché inseguiamo un’idea o l’illusione che la letteratura possa contenere un’idea (magari due o tre) che non deve essere per forza politica, come lo sarà per John Dos Passos (prima in una direzione, poi nell’altra) senza essere considerati dei pazzi che di solito è “la risposta dell’ignoranza davanti all’insolito”, sarebbe già uno stimolo sufficiente. Il fatto che John Dos Passos veda proprio nel cavallo (anzi, nel ronzino) il protagonista la dice lunga sulla prospettiva del suo sguardo giovanile. E’ un’idea di posizione, un riflesso persino geografico di quel viaggio in cui si ritrova Ronzinante, un nome che già contiene la semplicità e l’umiltà del confronto che John Dos Passos condensa così: “Avremmo disperatamente bisogno dell’abitudine a vegliare in questo distratto mondo moderno. Se più uomini di notte camminassero e pensassero, ci sarebbero meno miserie sotto il sole”. Vuoi per la natura evanescente dei personaggi, vuoi per la condizione precaria l’incontro è frammentario e tra le chiacchiere, l discussione filosofiche nonché l’amara constatazione che “l’organizzazione semplicemente sostituisce un torto con un altro” e per organizzazione si intende lo stato, il governo e le sue istituzioni, alla fine John Dos Passos concede uno sguardo al paesaggio umano, artistico e naturale restando ammaliato con “il tambureggiare di una chitarra, frullare veloce, secco, come locuste in una siepe un giorno d’estate. Pause che trattengono il sangue e lo gelano, improvvisa quiete come il frusciare di un ramo in un silenzioso bosco notturno”. Il talento è già chiarissimo e Ronzinante di nuovo in viaggio, riconoscendo che “c’è bisogno di ben poche sensazioni per condurre una vita umile e bella”, è breve e asprigno eppure genuino “come un riflesso di luce su un fiume nero”. 

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