domenica 5 novembre 2017

Barry Hannah

Barry Hannah continua a essere un oggetto non ben identificato nei corsi e ricorsi della letteratura americana. Basta inoltrarsi in Mezzanotte e non sono ancora famoso per accorgersi quanto scomoda e spigolosa sia ancora oggi la sua narrativa: non è politically correct, non è né accomodante, né consolatoria, meno che mai riflessiva o indulgente. Il senso dell’umorismo, indispensabile anche per chi legge, è tagliente, il tono abrasivo, i bersagli dichiarati senza tanti patemi, e nessuna esitazione. Un tratto anarcoide che, con gran gusto e disgusto, prende di mira ogni forma di istituzione, a partire da quella più celebrata, la famiglia. Una parte rilevante dei racconti di Mezzanotte e non sono ancora famoso mette in mostra coppie più o meno disintegrate, avventure impossibili e matrimoni in cui molte cose che non vanno. Succede in modi e casi diversi con La nostra casa segreta, Amare troppo a lungo, Moglie e amici a pranzo, Sorda e muta o (è chiaro fin dal titolo) in Osservate l’estremo strazio del marito. Quando Barry Hannah li lascia trasportare, l’eccesso è inevitabile, come succede nelle due pagine urticanti di Pete resiste all’uomo della sua vecchia stanza, nel caotico Venir vicino a Donna, e ancora di più nell’irriverente E’ proprio vero, con lo psicologo Lardner, che raccoglie (e commenta) le registrazioni dei suoi pazienti, annotando a margine che ormai “le grandi domande sembrano averci risparmiato”. Barry Hannah non concede nulla nemmeno agli agli eroi: dall’attualità del conflitto in Vietnam (la raccolta risale al 1978) riportata in Testimonianza di un pilota e nell’apoteosi di Mezzanotte e non sono ancora famoso, ai “southern accents” della guerra di secessione in Strappato a forza dalla tomba e Quo vadis, sporcaccione?, i toni grotteschi celebrano in una luce acida le gesta belliche, che poi, nel trionfo comico e brutale di Sapevo che non era il tipo per me, eppure l’ho seguito vengono riassunte così: “Siamo solo dei predoni e dei maniaci: lo capisco dalla luce che guizza nello sguardo degli uomini. Tutti stanno diventando sempre più pazzi pere la semplice pazzia d’esser troppo lontani da casa per farvi decentemente ritorno”. In realtà tutti i protagonisti di Mezzanotte e non sono ancora famoso sono comunque fuori posto: hanno sempre qualcosa da nascondere, una menomazione, un difetto, una lacuna, che spesso determinano una svolta nelle singole storie. C’è soprattutto l’imprevedibile, che è il dato caratteristico di Barry Hannah, lo sbalzo, la nota stridente: un racconto non finisce mai come comincia, la sorpresa è dietro ogni angolo, e, per quanto brillante, l’urto scomodo tocca tutti i partecipanti. Nessuna compassione, nessun rimpianto: i racconti di Mezzanotte e non sono ancora famoso sono collegati uno all’altro da minuscoli riferimenti, un nome, un’ossessione, un tema ricorrente, ma soprattutto dall’infausto destino che associa i protagonisti. Un’unica elegia, a suo modo significativa, s’intravede in Tutti quei vecchi volti intenti lungo la ringhiera, dove un manipolo di anziani che osserva Oliver manovrare la sua barca con a bordo la ragazza “come a Pearl Harbour nel 1941” commentano dal molo, e con uno scampolo di saggezza: “Qui siamo tutti abbastanza vecchi da capire che fine faranno gli sciocchi”. E’ un messaggio che Barry Hannah scrive con l’inchiostro simpatico, da usare con le dovute precauzioni.

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