domenica 13 giugno 2010

Hunter S. Thompson

Il titolo potrebbe ingannare perché il potere della parola sesso rischia di spostare l'attenzione dall'argomento principale, ovvero la politica nella sua massima espressione: in campagna elettorale. Ad affondare nella melma di contributi (più o meno legali), convegni, discorsi, alte morali e colpi bassissimi che vanno di pari passo è "uno sboccato giornalista fuorilegge provvisto di aspri concetti riguardo a stili di vita, applicazione della legge e realtà politica in America". Autodefinizione di mister Hunter Stockton Thompson medesimo che in Meglio del sesso si rivela il cronista più adatto a raccontare la corsa alla presidenza degli Stati Uniti che incoronò per la prima volta Bill Clinton. Il ritmo è sincopato, nevrotico, anfetaminico e le illustrazioni sono un'ulteriore divagazione sul tema (esilarante il fotomontaggio con Bill Clinton trasformato in Hunter Stockton Thompson) ma Meglio del sesso è estremamente più lucido rispetto alle deviazioni psichedeliche di Paura e disgusto a Las Vegas e più concreto di Hell's Angels nell'analisi di un fenomeno che non è solo politico. E' un libro che parte a tutta velocità ("La prima legge per il controllo del proprio territorio è di non stare mai per niente al mondo sulla difensiva. Stare sull'offensiva. All'attacco, e siate innocenti, naturalmente") e non rallenta fino alle ultime pagine (con quegli inverosimili consigli allo staff di Bill Clinton che a distanza suonano piuttosto sinistri) con il buon vecchio Doc scatenato come non mai: ne ha davvero per tutti e, a differenza dei soporiferi commentatori nostrani, il linguaggio che usa è chiaro, tagliente, senza possibilità di equivoco. Una prima definizione tratta dall'esperienza vissuta in prima persona, per esempio: "La politica è un affare davvero disgustoso, o la va o la spacca, e non sai mai veramente da che parte sei, specialmente quando vinci". Una seconda, giusto per non scontentare nessuno: "Devi essere un persona molto ignobile per riuscire a farti una risata durante una campagna elettorale. Lì non c'è niente di peggio della paranoia". E' naturale poi che un sorriso venga spontaneo, sia per le bufale in puro gonzo style (la parabola La vecchia e il serpente, nelle primissime pagine) sia per quell'attitudine alla battuta e al sarcasmo, quel volersi sentire in continuazione al centro del mondo che è tipico di Hunter Stockton Thompson. Però in Meglio del sesso c'è una rappresentazione della tragicomica promiscuità tra politica, informazione e spettacolo che suona terribilmente realistica. Bel colpo, Doc, ma se volevi divertirti davvero dovevi farti un giro in Italia.

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