giovedì 12 novembre 2020

Ta-Nehisi Coates

Hiram Walker è figlio un rapporto “oltraggioso” tra il signore della piantagione di Lockless, un nome ambiguo, ma significativo, e la madre Rose, poi venduta all’asta degli schiavi. Fin da piccolo, Hiram possiede “il portentoso potere della memoria, sapendo come possa aprire una porta azzurra fra un mondo e l’altro, come possa spostarci dalle montagne ai prati, dai boschi verdi ai campi coperti di neve, sapendo che la memoria può piegare la terra come un panno”, che è parallelo all’elemento soprannaturale e spiritico a cui fanno appello uomini e donne costretti incatene. Se “nella schiavitù non c’era pace, perché ogni giorno sotto il dominio di un altro è un giorno di guerra”, la rivelazione ha luogo quando Hiram finisce nel fiume con il giovane fratellastro Maynard Walker: si salva nei contorni di un miracolo, mentre l’erede diventa ben presto “un rimpianto”. L’incidente apre uno squarcio in più direzioni nella realtà di Lockless: Il danzatore dell’acqua riconosce la schiavitù come un continuo e sistematico saccheggio e non solo nello sfruttamento del lavoro su cui è stata edificata la ricchezza di un’intera nazione, ma anche nella devastazione dei legami, degli affetti, dei sentimenti. Come dice Robert Ross parlandone con Hiram: “C’è sempre qualcosa non va. Quelle storie di cavalieri e donzelle… Non è roba per noi. Noi non possiamo permetterci la purezza. Non possiamo permetterci la pulizia”. Il possesso delle persone, e delle donne in particolare attraverso la sordida pratica degli stupri (per chiamare le cose con il loro nome), è uno degli argomenti che toccano le famiglie, ed è al centro di un dialogo tra Hiram e l’amata Sophie, uno dei passaggi più lirici e intensi che offre Il danzatore dell’acqua. Il ricordo diventa funzionale, quando, essendo depredati i corpi, diventa imperativo “conservare le storie. Tenere pulito il sangue” ed è solo così che in “una notte interminabile” si intravede una luce, e una prospettiva. Hiram resta combattuto tra la fuga e i vincoli e questo è evidente nei suoi rapporti, con Thena (che l’ha adottato), con Corrine Quinn (che lo guida), con Sophia, ma quando diventa agente della Sotterranea, ovvero la rete segreta che spingeva gli schiavi all’emancipazione, qui rivista in modo più realistico e articolato che nel romanzo di Colson Whitehead, La ferrovia sotterranea, capisce il suo ruolo, anche se non risolve il suo intimo conflitto, su cui pesa “la natura grave ed escrementizia del vero mondo in cui tutti viviamo”. L’unica certezza di Hiram è che “dimenticare significa diventare davvero schiavi” e che è adatto alla Conduzione verso la libertà. Nasce con “l’evocazione di una storia, l’acqua, e un oggetto che rendesse il ricordo reale come un mattone” ed è grazie al racconto, e a una visione, se sui fiumi si aprono ponti e passaggi. Un compito che passa attraverso la consapevolezza di “avere tutta quella bellezza e non trasmetterla”, ed è per quello che Il danzatore dell’acqua si avvale dei canti e delle danze e, sottinteso, del blues, ovvero, per estensione, di “una biblioteca non scritta piena zeppa di conoscenze su questo tragico mondo, conoscenze che il linguaggio verbale non riesce a esprimere”. È uno dei tratti persistenti visto che Ta-Nehisi Coates impegna il lettore a un duello con le parole, perché si sovrappongono molte correnti sotto Il danzatore dell’acqua. Comprese le maiuscole usate come simboli identificativi per distinguere la Servitù (alias la schiavitù), la Qualità, ovvero i padroni, la Conduzione, i Segugi e la Feccia, la Sotterranea. Ogni nome è ambivalente, e merita di essere indagato, in proprio, prima che i movimenti di Hiram aprano il sipario finale. Nella decadenza di Lockess, perché “il suo mondo, il mondo della Virginia, era un castello di menzogne” e al suo signore è rimasto soltanto “un miscuglio di futilità e nostalgia, una vecchia ferita che con l’umidità ricomincia a dolere, il fantasma di una passione ormai ridotta alla vaga reminiscenza di quella che ormai sembra un’altra vita”. Quando la coltivazione del tabacco non rende più, perché la terra è stata prosciugata, non meno di chi l’ha lavorata, il commercio degli schiavi è l’ultima alternativa economica, ma è anche il segnale che un’epoca è giunta alla fine. L’arrivo della Sotterranea, che ha diffuso agenti su tutto il territorio della Elm County, l’area in cui si trova Lockless, lascia intravedere, nel passaggio conclusivo, e almeno a livello simbolico e in forma narrativa, quello che Ta-Nehisi Coates ha ribadito spesso nei suoi saggi: la necessità di una riparazione della ferita della schiavitù passa necessariamente attraverso un risarcimento. 

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