venerdì 11 ottobre 2019

Tom Drury

Il profilo di Pierre Hunter non è molto distante da quello di Tiny Darling, uno degli abitanti più in vista della Grouse County. È solo e ha una spiccata sensibilità per la vita all’aria aperta e per i guai che, nella cittadina di Shale, gli vanno incontro quasi per inerzia, innescando quella reazione a catena che alimenta Il movimento delle foglie. A differenza della Grouse County, la Driftless Area è più vicina alla regione dei Grandi Laghi: la limitata prospettiva dell’infinita pianura trova i rilievi di colline e altopiani, l’ambiente condensa gli elementi naturali della wilderness, dalle foreste agli specchi d’acqua, le variazioni climatiche tendono ad essere ancora più estreme. Sono annotazioni che rimangono sullo sfondo, ma contribuiscono in modo determinante a definire Il movimento delle foglie. È proprio sulla superficie congelata di un lago che si accende la miccia: dopo un Capodanno particolarmente alcolico e caotico, in cui si è guadagnato l’attenzione della polizia, Pierre decide di andare a pattinare, ma scivola nel ghiaccio. Stella Rosmarin, che lo stava osservando dalla riva, gli salva la vita, non senza una certa abilità. Il fortuito incontro li avvicina e, nello stesso momento, sigla quell’impercettibile distanza che rimarrà immutata per tutto Il movimento delle foglie: Pierre e Stella sono i due fuochi di un’ellisse attorno a cui si sviluppa la storia, come se il loro legame avesse una funzione magnetica, proiettata nel passato per Rosmarin e nel futuro con Pierre. È come se un destino fosse già tracciato lungo le geografie impresse dai movimenti delle glaciazioni. I personaggi sono sparpagliati, eppure incardinati uno con l’altro, secondo un ordine invisibile. Nella sostanza, costituisce la trama, nel senso più intimo della parola, che Il movimento delle foglie sviluppa in cerca di “un momento di perfezione, cosa rara in questo mondo scomposto”. All’ellisse di Stella e Pierre se ne sovrappongono altre due, che partendo da loro s’incastrano in un terzo fuoco, quello di Shane Hall. L’aggancio rovinoso tra Pierre e Shane, un altro outsider con un bel po’ di questioni in sospeso con l’ordine costituito, delimita il primo intreccio che però, nella realtà che Il movimento delle foglie lascia affiorare, è successivo all’intersecarsi delle vite di Stella e Shane. Una sfasatura voluta, almeno quanto l’evidente contrasto tra i due incontri: Stella e Pierre si trovano sul ghiaccio, mentre a circoscrivere l’intrusione di Shane nella vita di Stella è un incendio. Attorno gravita un nugolo d ifigure, ma lo schema è quello e lo sfalsamento dei piani temporali ottolinea che i personaggi di Tom Drury sono “ostaggi della sorte”, come il titolo della rappresentazione campestre che introduce il rocambolesco finale, forse perché “la gente passa la vita a figurarsi le cose peggiori e migliori, ma il più delle volte sono le cose medie che si verificano”. La leggera nota di fatalimso non mente: Tom Drury incanta con una leggerezza inusitata dando forma a “una sorta di sogno miope in cui tutto appariva più liscio e più verde e più discreto che nella vita reale”. Il suggerimento aiuta a introdurre nelle atmosfere che, attraversando Il movimento delle foglie, filtrano con uno stile sobrio ed essenziale. La sensazione è quella di trovarsi in una bolla di alcol, leggera, inebriante ma altamente infiammabile che Tom Drury identifica in “una tranquillità spaventosa”. È il mood di una love story, ma una anche di una storia di fantasmi, e se la sovrapposizione non è certo una novità, lo è l’approccio di Tom Drury che con Il movimento delle foglie costruisce un ibrido che si distingue per un paio di passaggi surreali (o sovrannaturali) dispensati con garbo e, proprio per questo, inseriti con tatto ed eleganza nel contesto complessivo. Come l’ecosistema di un lago anche Il movimento delle foglie è tutto concluso su se stesso, come se nell’enormità geologica del Midwest settentrionale ci fossero vie dei canti circolari, se non proprio concentriche, che restringono gli orizzonti, altrimenti inavvicinabili, ricordandoci una volta di più che “siamo immersi in un mondo enorme e meraviglioso che è più o meno un mistero anche per quelli che ci pensano a fondo”. Consigliatissimo.

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