lunedì 20 maggio 2013

Jon Wiener

Il 4 febbraio 1972 il senatore americano Strom Thurmond invia un memorandum al presidente Richard Nixon (e qui è storicamente corretto fare nomi e cognomi) per sottolineare la necessità di intervenire, con tutti i mezzi possibili, su John Lennon. In realtà l’F.B.I. guidata da John Edgar Hoover aveva già aperto un dossier su questo musicista, già “membro del gruppo The Beatles” e così appassionato di politica, così come li aveva aperti su chiunque avesse anche una vaga simpatia per posizioni divergenti. Qui comincia un intreccio di coincidenze che è difficile, alla luce della ricerca di Jon Wiener, definire ancora tali: per esempio, Strom Thurmond è lo stesso senatore che avrebbe voluto usare la bomba atomica in Vietnam; Richard Nixon è lo stesso presidente americano costretto a dimettersi per lo scandalo del Watergate; John Edgar Hoover è stato il protagonista di un ambiguo centro di potere da lui sviluppato dentro e attorno l’F.B.I. e ad altre agenzie federali più o meno segrete. I suoi agenti speciali seguirono John Lennon giorno per giorno per più di un anno, in cerca di un reato, un motivo per espellerlo dagli Stati Uniti, ma alla fine dovettero cedere. Tutto quel dossier è diventato in gran parte pubblico grazie agli sforzi e alle battaglie condotte da Jon Wiener che è arrivato ad appellarsi alla Corte Suprema per scoprire la verità. E' tutto raccontato in Dimmi la verità: il dossier dell’F.B.I. su John Lennon, che esplora e racconta almeno due battaglie per la libertà. La prima è quella di John Lennon che ha dovuto subire le persecuzioni dei principali servizi segreti americani per le sue posizioni contro la guerra, per i diritti civili, per avere la possibilità di immaginare un altro mondo, un’altra vita. “Tutti gli estremisti devono essere considerati pericolosi” dice un rapporto sul campo, eppure sono gli stessi dossier a dimostrare che John Lennon non ha commesso alcun reato. In queste pagine non ci sono teorie della cospirazione, complotti o trame invisibili. E’ l’ossessione di un governo spaventato, come nota Jon Wiener, da un’altra, incomprensibile forma di potere: il potere della fantasia, dell’arte e del rock’n’roll che ha provato a fermare in tutti i modi possibili, molti dei quali (questa volta, sì) illegali. Non a caso, e in modo molto pertinente Jon Wiener definisce questi dossier “il Watergate del rock’n’roll” perché hanno scoperchiato il vaso di Pandora degli archivi federali americani, mettendo a nudo la vera natura dell’operazione di intelligence costruita attorno alla figura di John Lennon e gettando in campo preoccupanti interrogativi (visto anche come è andata a finire, 8 dicembre 1980). L’altra battaglia per la libertà è quella che ha dovuto sostenere John Wiener per ottenere l’accesso agli archivi. Tra corsi e ricorsi, citazioni e sentenze che l’hanno visto protagonista di una lunga causa legale contro l’F.B.I., non è una lettura agevole, ma è la testimonianza di una lotta che che è e resta un caposaldo nella libertà di informazione.

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