martedì 26 aprile 2011

Chester Himes

Soldi neri & ladri bianchi vede i protagonisti preferiti di Chester Himes, Coffin Ed e Grave Digger, alle prese con un caso particolare e delicato. Qualcuno ha fatto sparire i soldi raccolti da una congregazione nelle strade di Harlem per pagare il viaggio del ritorno in Africa. I due “duri” si trovano così a dover inseguire i rapinatori (bianchi) che hanno derubato i fondi l’agognata traversata verso le radici, ma anche i mistificatori (neri) che su quella storia si sono inventati un gigantesco affare. La valutazione di Chester Himes è implicita e prende forma mentre Coffin Ed e Grave Digger vanno su e giù per le strade di Harlem, tra una battuta e l’altra, diventa evidente che “la vita potrebbe essere fantastica, ma ci sono dei delinquenti in giro” ma anche che rubare la speranza è peggio che far sparire un bottino. Attraverso le gesta di Coffin Ed e Grave Digger, più risoluti che mai, Chester Himes sfoggia tutto il suo sarcasmo e una lingua che prende dalla street life il vocabolario e il gergo, ma insieme mette sul piatto una fedele ricostruzione storica dell’utopia del ritorno in Africa, che da Marcus Garvey a Bob Marley è rimasta senza risposta. In particolare la vicenda di Marcus Garvey e della sua Black Star Line, la compagnia di navigazione che avrebbe fornito i mezzi e le rotte per tornare in Africa, è il tema in sottofondo a Soldi neri & ladri bianchi. Chester Himes non insiste su un riferimento esplicito, però l’accostamento è continuo e il tono senza inibizioni o paure. La cornice che sta attorno a Soldi neri & ladri bianchi è ancora la condizione degli afroamericani che Chester Himes rilegge così nell’intenzione di tornare in Africa: “Non avevano trovato una patria in America. Quindi guardavano all’Africa, di là dal mare, dove altri neri erano sia governati che governanti. Per loro l’Africa era una grande terra libera che avrebbero potuto chiamare orgogliosamente patria, perché là erano sepolte le ossa dei loro avi, là si trovavano le radici delle loro famiglie e là abitavano i discendenti di quei loro stessi avi, e questo li apparentava a loro per sangue e razza. Tutti devono credere in qualcosa, e a loro i bianchi d’America non avevano lasciato niente in cui credere”. A maggior ragione per la condizione femminile perché, come scrive Chester Himes, le donne: “Più di ogni altra cosa volevano sfuggire a una vita grigia; se non riuscivano a far parte della middle class e vivere in una grande casa nei sobborghi, allora volevano partire e tornare in Africa, dove sapevano che sarebbero state importanti”. Per Ed Coffin e Grave Digger non è soltanto una missione per ristabilire la giustizia e la legge (in fondo, sono anche degli sbirri) perché qualche dubbio lo nutrono anche loro. Anche se non si tirano indietro (come dice Grave Digger: “Sarà un bel casino spero solo che serva a qualcosa”) perché non possono star fuori dalla mischia, lasciano con un punto di domanda grosso quanto un continente: “Hai mai visto le navi che avrebbero dovuto riportarvi in Africa?” 

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