Attorno a Like A Rolling Stone, una delle canzoni più famose e importanti della
storia del rock’n’roll, Greil Marcus ricostruisce la storia dei personaggi,
delle svolte e degli eventi che portarono alla sua incisione e che seguirono la
sua pubblicazione, nel 1965. L’inquadratura è dichiarata fin dalle primissime
pagine dove Greil Marcus dice che in quel preciso momento “la corsa non era
solo tra i Beatles, Bob Dylan e i Rolling Stones e chiunque altro. Il mondo del
pop era in gara con un mondo più vasto, il mondo delle guerre e delle elezioni,
il lavoro e lo svago, i poveri e i ricchi, i bianchi e i neri, le donne e gli
uomini: nel 1965 potevi sentire che il mondo del pop stava vincendo”. I
crocevia di cui si parla in Like A Rolling Stone, oltre a richiamare l’enigma di Robert Johnson,
illustrano meglio le svolte affrontate da Bob Dylan nel e dal 1965. E’ attorno
a quell’anno che maturano alcune delle scelte, molti imprevisti e altrettante
decisioni che cambieranno la storia della sua vita, ma anche quella del
rock’n’roll. In questo Like A Rolling Stone è fedele al concetto espresso da Greil Marcus nella
parte centrale dove dice che “la canzone è un suono, ma prima di questo è una
storia. Ma non è un’unica storia”. Diventa allora il cardine attorno al quale
ruota tutto l’immaginario pubblico e giovanile (ma non solo) di un’intera epoca
e come tale assume un valore universale perché, come scrive Jann Wenner
“riguarda il crescere, scoprire quello che succede intorno a te, realizzare che
la vita non è affatto quella che ti è stata raccontata”. La ricostruzione è
certosina perché gli snodi di Like A Rolling Stone, proprio come nella canzone, sono tanti e
importanti. Tra gli antefatti vanno elencati la crisi dei missili di Cuba nel
1962 (il mondo sull’orlo dell’apocalisse già evocato da un profetico Bob Dylan
in A Hard Rain’s A-Gonna Fall) e
l’assassinio di JFK concentrati nella bellissima epigrafe di Allen Ginsberg.
Tuoni e fulmini che Like A Rolling Stone invocava e superava perché come scrive
ancora Greil Marcus “c’erano rabbia e paura, alla fine venivano lasciate alle
spalle dalla vera e propria euforia dell’avventura che la canzone prometteva.
Adesso non c’è alcuna promessa e la rabbia e la paura sono l’unica moneta di
cui si fida. Ma i frammenti di quella vecchia euforia sono ancora presenti,
come accade per il desiderio di uccidere il passato eliminando chiunque ne
indossi il volto, una vecchia amante, un vecchio amico, te stesso. La tempesta
di Like A Rolling Stone, la
tempesta che fa piazza pulita di ciò che è familiare e rivela un migliaio di
strade, è ora una tempesta di pura distruzione, ma la brama che conduce il
cantante verso la tempesta è la stessa”. In appendice, c’è una dettagliatissima
rivisitazione delle session che portarono a Like A Rolling Stone, take dopo take. Tra questi due estremi, Greil
Marcus, più divulgativo e meno intricato che altrove, riesce ad illustrare con
chiarezza perché, in quel preciso momento storico “nessuno ascoltava la musica
alla radio come se facesse parte di una realtà separata”, ovvero dove hanno
portato quei crossroads che Dylan, e con lui tutto un mondo, si trovò davanti.
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