domenica 10 febbraio 2013

Dale Maharidge

Nell’estate del 1986 Dale Maharidge e il fotografo Michael Williamson ripercorrono il viaggio di James Agee e Walker Evans di cinquant’anni prima da cui nacque Sia lode ora a uomini di gloria. Anche se è passato mezzo secolo e nell’Alabama le trasformazioni sono andate al rallentatore perché “molti vivono in una specie di limbo, né borghesi né poveri, e si trascinano dietro il grande peso del passato”, anche se c’è già un tracciato molto marcato che Dale Maharidge e Michael Williamson devono seguire, E i loro figli dopo di loro non è per niente accomodante o scontato, anzi. Intanto, le condizioni economiche e sociali non sembrano aver subito trasformazioni tangibili. Quel “passato latente” fatto di disperazione e miseria, di fatiche immani per conservare un lavoro appena appena dignitoso, è una ferita che non vuole rimarginarsi. Se è cambiato qualcosa, è difficile da notare confrontando le immagini di Michael Williamson con quelle di Walker Evans. Come le fotografie in bianco e nero, Dale Maharidge è rigoroso e preciso nel fare un quadro generale degli alberi genealogici potati e scorticati dalle crisi e dalle depressioni: “Molti membri di quelle famiglie non erano pronti per affrontare le sfide del mondo che li aspettava dopo il crollo del sistema del cotone. Non era mai stato insegnato loro il sistema di convinzioni del ceto medio urbano, basato sulla speranza e sull’aspettativa di un continuo miglioramento. La transizione sarebbe stata difficile. La scelta che veniva loro offerta, andare avanti oppure tornare indietro, sembrava irragionevolmente dura. Alcuni insistettero per barricarsi nel passato, continuando a vivere defilati ed evitando il mondo moderno”. L’attenzione che Dale Maharidge dedica alle singole esperienze si scontra con il lascito di James Agee che, trascinato dall’entusiasmo e dalle migliori intenzioni, arrivò in Alabama con pochissime indicazioni utili e una qualità delle fonti molto prossima allo zero. Dopo un mese inconcludente,  il rischio che l’idea stesse avviandosi al fallimento era qualcosa in più di una vistosa probabilità. Poi James Agee e Walker Evans incontrarono i Gudger, i Rickett e i Woods e la storia di Sia lode ora a uomini di gloria cominciò a vivere di vita propria. Tornando laggiù, Dale Maharidge riscopre anche ombre e contraddizioni di quel lavoro, i legami irrisolti di James Agee (che è rimasto un ospite, se non proprio uno straniero) e il profilo tagliente di tempi che appaiono immobili nella loro durezza. E i loro figli dopo di loro non cerca di ricomporre un quadro ormai spezzato e nemmeno di ricongiungere linee scomparse nella polvere. Come spiega Dale Maharidge, E i loro figli dopo di loro “parla di un gruppo di uomini e di donne che, molto tempo fa, ci hanno raccontato sull’America qualcosa che noi, in quanto società, non abbiamo voluto affrontare; e oggi hanno qualcos’altro da dirci che ci riguarda molto da vicino”. La sua attualità, così come quella di Sia lode ora a uomini di gloria, è tutta lì, in quell’errore che si ripete all’infinito.

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