In un mondo pieno di guerra non è facile trovare libri che riescano ad andare a fondo alle questioni belliche e militari. Joseph Heller, autore di quello straordinario romanzo che è Comma 22, ci è riuscito usando la forza del paradosso per descrivere la follia, l’orrore e la realtà deformata e paralizzante della guerra. Per Comma 22 inventava l’incredibile motto che in sé racchiude tutta la logica aberrante di ogni prassi bellica: “Chiunque sia pazzo può chiedere di essere esentato dalle missioni di guerra, ma chi chiede di essere esentato dalle missioni di guerra non è pazzo”. In gran parte ispirato dalle (sessanta) missioni di bombardamento che Joseph Heller ha compiuto durante la seconda guerra mondiale sul fronte italiano, Comma 22 ebbe una vita strana e curiosa perché quando venne pubblicato non ottenne il giusto riscontro ma poi, come ricordava E. L. Doctorow “quando ci trovammo impantanati nel Vietnam quel libro divenne una specie di manuale per la coscienza di un’epoca. Si sostiene che la letteratura non sia capace di cambiare niente, ma è certamente in grado di influenzare la consapevolezza di una generazione”. Da lì in poi Comma 22 (che Kurt Vonnegut recensì così: “E’ umorismo nero, senza l’umorismo”) con il suo linguaggio surreale e tagliente divenne un classico, anche grazie alla ricostruzione cinematografica. Attorno a Yossarian, il bombardiere protagonista del romanzo di Joseph Heller, le contraddizioni e i rebus della guerra si moltiplicano giorno dopo giorno. Yossarian confessa che, come è naturale, ha paura ad andare in missione e si sente rispondere: “Non saresti una persona normale se non avessi paura. Perfino gli uomini più coraggiosi provano paura. Uno dei doveri più difficili che dobbiamo affrontare quando siamo in combattimento è di vincere la nostra paura”. Non ci sono vie di fuga, il Comma 22 è spietato e a chiunque provi protestare il capitano Black “rispondeva che coloro che sentivano sinceramente il desiderio di ubbidire alla patria avrebbero dovuto essere orgogliosi di impegnarsi a farlo tutte le volte che li si costringeva a esprimere il loro impegno. E a chi criticava la moralità di tali azioni, rispondeva che l’inno nazionale americano era il più grande pezzo di musica che mai fosse stato composto”. Richiamando, già nel titolo, quel capolavoro, Comma 23 funziona da antologia di tutta la variegata scrittura di Joseph Heller. Una gamma piuttosto articolata di forme e temi che allinea racconti (soprattutto), riduzioni teatrali (Il processo di Clevinger, tratto da Comma 22), ricordi (incantevole il finale di Coney Island) e, inevitabilmente, come se fosse un’appendice finale e conclusiva, una larga parte dedicata a Comma 22, alla sua ispirazione autobiografica, alla trasposizione cinematografica (ironica, memorabile e divertente la ricostruzione di Joseph Heller) e a tutta la sua storia. La risposta al dilemma, in fondo, la contiene ancora Comma 22 perché si tratta di “gloriarsi di qualcosa di cui dovremmo sentire vergogna”. In guerra, funziona così.
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