La
seconda trilogia di racconti dopo le Leggende d’autunno
alias Vento di passioni è l’apoteosi del Jim Harrison più
viscerale e dei suoi temi preferiti, la lotta per la sopravvivenza,
la vita nella wilderness, una caccia alla libertà senza sosta e
nello stesso tempo un senso per l’introspezione spontaneo, evocato
da Società tramonti in un passaggio inequivocabile: “La
realtà è una questione di percezione e di riflessi, e dopo trenta
giorni si può dimenticare dove finisce la propria pelle e dove
comincia il mondo esterno”. A Brown Dog, il personaggio che
comincia proprio qui una saga di racconti, poi radunati
nell’omonima raccolta del 2013, capita spesso. Il suo carattere,
che lo porta a interpretare il ruolo di ultimo possibile discendente
di un complicato albero genealogico nativo, e per motivi molto meno
nobili di quanto si possa immaginare, è riassunto in un passaggio,
che per molti versi collima con il modus vivendi di Jim Harrison:
“Non serviva a niente starsene lì al vento farselo venire duro
pensando alla ragazza, così sono tornato nella capanna, ho aperto la
finestra senza far rumore, ho preso il mio fucile calibro 22
(Remington) e ho sparato al coniglio per la cena. L’ho spellato e
sventrato, l’ho tagliato a pezzi e li ho fatti rosolare con un po’
di pancetta. Il coniglio era un grosso maschio e sapevo che sarebbe
stato duro, così l’ho messo a stufare con un po’ di rape,
patate, cipolle e una testa d’aglio. E’ stata Shelley a iniziarmi
all’aglio, per via che ho la pressione alta, e adesso piace più a
me che a lei. Qualche volta ne faccio bollire una testa lo spalmo sul
pane tostato, perché non mi piace il burro. Ho messo la pignatta
sulla stufa e mi sono seduto a ripensare alle cose che erano successe
di recente, passo dopo passo”. Avranno molto su cui riflettere,
anche i personaggi di Società tramonti, impegnati in una missione
impossibile che ricorda, più per gli umori che per gli scopi,
l’improbabile gang di Un buon giorno per morire. Sono in
viaggio sul border per salvare “un seccatore sfinito più che un
rivoluzionario, un uomo ossessionato dall’ingiustizia al punto da
farsene distruggere, ridotto a un paranoico amareggiato che i suoi
compagni rivoluzionari preferivano ignorare o evitare. Le autorità
che potevano ancora aver voglia di perseguitarlo dovevano aver
dimenticato che era passato ben più di un decennio dall’ultima
volta che al suo dossier era stato aggiunto qualcosa di
significativo”. Il destino dell’operazione è segnato fin
dall’inizio e l’unico motivo concreto che hanno per sprofondare
in un disastro completo è che sono amici e, come si premura di
sottolineare Jim Harrison, “nella mitologia della nostra cultura,
che risale ai primi esploratori, agli uomini delle montagne ai
cacciatori di indiani, ai cowboy, attraverso una mezza dozzina di
guerre, il concetto del primato dell’amicizia è praticamente la
spina dorsale della nazione. Il fatto che sia una cosa di cui si
parla molto ma che si pratica poco, nulla toglie alla sua funzione di
motivazione. Il più delle volte nessuno si getta su una granata
innescata per salvare gli amici”. Allineato a Brown Dog e
Società tramonti nell’evidenziare il tormento degli
outsider nel cronico e quotidiano conflitto per restare a galla, La
donna illuminata dalle lucciole sposta invece l’attenzione su
contorni artistici e intellettuali seguendo le gesta di Clare, un
diversivo sul personaggio femminile già anticipato un paio d’anni
prima con Dalva e poi seguito da Julip nella raccolta
seguita a Società tramonti. Tre sorsi di un Jim Harrison d’annata (era
il 1990), invecchiato molto bene.
Dove si può trovare questo libro, anche usato? Grazie. Sandra
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