Compare anche Bob Dylan, più scontroso che mai,
in una scena di Questo libro ti salverà la vita. E’ solo l’ombra di un
mattino, davanti all’oceano eppure è una presenza tanto evanescente quanto
regale in una moltitudine di anime e una lunga teoria di eventi picareschi,
surreali e del tutto casuali. Almeno in apparenza perché sono connessi tra loro
da un’invisibile e sotterranea logica di intrecci che ricalcano l’impossibile
architettura di Los Angeles dove “tutto è a breve termine” e il “il punto è
sempre la provvisorietà”. Succedono un sacco di cose in Questo libro ti
salverà la vita. e nonostante tutto è come se non
succedesse nulla perché il palcoscenico è una città multiforme, un’epidemia di
luci che nascondono altrettante solitudini. E’ quella Los Angeles che A. M.
Homes descrive così: “Sopra e sotto, una catena di case si arrampica sulla
parete del canyon: una catena sociale, una catena economica, una catena
alimentare. Lo scopo è stare sulla vetta, essere il re della collina, vincere.
Ognuno guarda chi viene dopo dall’alto in basso, pensando di essere in qualche
modo meglio piazzato, ma c’è sempre qualcun altro che spinge da sotto o che, a
sua volta, guarda dall’alto in basso da sopra. Non c’è modo di vincere”. Il
lavoro che fa Richard Novak, il protagonista di Questo libro ti salverà la
vita,
una specie di uomo senza qualità con una mansion on the hill ricca e vuota, ne
è la migliore espressione: “Cavalca l’onda del mercato, gioca al rialzo,
scommette al ribasso. Pensa alle cose che sa, la fonte delle sue informazioni,
questo mondo di possibilità, futuri, racconti, storie”. Il resto del suo tempo
lo dedica a raccogliere i frammenti di una vita, la sua, che si annoda a quella
di un’accolita disordinata di incontri. Ci vuole un pensiero fuzzy o nella più semplice
delle ipotesi una percezione quasi onirica per addentrarsi nella trama di Questo
libro ti salverà la vita, ed è normale perché i romanzi di A. M. Homes procedono in
modo molto simile, per accumulazione, per stratificazione, un concatenarsi di
storie che si incastrano una nell’altra. Sempre in bilico tra una tensione
sarcastica, se non proprio cinica, e un’apertura di credito che somiglia da
vicino a una visione compassionevole della letteratura. Questo libro ti
salverà la vita in particolare suggella quella che è
diventata la cifra stilistica di A. M. Homes che inseguendo le strambe
evoluzioni di Richard Novak prima afferma lapidaria che “gli americani provano
la vita spirituale di altri come se non ne avessero una loro”, una sentenza che
apre le porte a una serie infinita di riflessioni e poi concede che “anche se
fra loro c’è una distanza enorme e probabilmente incolmabile, c’è anche un
senso di unione, la consapevolezza di essere gli uni per gli altri, per quel
tanto che possono sopportare e, anche se forse non è la pienezza che si
auspicherebbe, anche se forse non è abbastanza, è già qualcosa”, ed è forse per
quello che si finisce per affezionarsi ai suoi stralunati personaggi.
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