Quando Gay Talese pubblicò (per quattro milioni di
dollari di anticipo, e complimenti) La donna d’altri, frutto della sua “inchiesta sulla crescente tendenza
americana all’infedeltà e alla sperimentazione sessuale” aveva ben chiaro che
aveva toccato i nervi scoperti (e costituzionali). Si parla di pornografia,
soft e/o hard, fino a un certo punto e diventa una questione pubblica che
riguarda chiunque, chi si masturba e chi non legge Playboy perché si arriva alla ricerca della felicità e alla
libertà di espressione. Nel 1980, anno della prima edizione, non era così
evidente e La donna d’altri si
attirò la solita valanga di polemiche sterili. Un anonimo recensore, Robert
Coles lo comprese meglio di chiunque e la sua sintesi è perfetta per
introdurlo: “Talese è seriamente interessato a osservare il suo prossimo, ad
ascoltarlo e a riferire in modo sincero ciò che ha visto e sentito. La sua
prosa è nitida e misurata. L’autore ha il dono, con una parola qua, una frase
là, di evidenziare importanti nessi letterari e storici. Il libro, in effetti,
consiste di una serie di storie ben narrate che, prese nel loro complesso,
trasmettono un chiaro messaggio sociale: la metamorfosi radicale verificatasi
nella sessualità americana durante gli ultimi due decenni”. Gay Talese riesce a
superare la cortina della superficie patinata e anche l’apparenza degli
scandali e della baruffe. E’ un cronista che affonda nella storia: il sesso e
la pornografia diventano relativi più ci si addentra nella sua ricostruzione.
Se, almeno all’inizio, il dilemma riguarda la soddisfazione onanistica e il
mercato che si è sviluppato attorno, poi diventa argomento di diritto, una
rivoluzione che incrocerà l’industria di Playboy con gli ancheggiamenti di Elvis, la logorrea di Lenny Bruce e i libri di
Henry Miller, le comunità nudiste e i centri massaggi. L’ipotesi è molto
precisa: il sesso, l’ossessione per il sesso, e la pornografia non sono stati
grimaldelli per vanificare gli sforzi di creare una civiltà. Sono state le
occasioni per vericare il comportamento di quella civiltà in funzione della sua
evoluzione e delle leggi ovvero dei valori che si era data. E’ sufficiente
ricordare che anche Walt Whitman, a suo tempo venne considerato uno scrittore
“indecente”, o far notare come Hugh Hefner incarna alla perfezione l’ideale all
american del self made man. Il responso è contraddittorio perché gli scontri (e
i caduti, e va ricordato almeno Wilhem Reich) sono stati tanti, così come,
d’altra parte, le conquiste: La donna d’altri finisce in un’aula di tribunale, davanti alla corte
suprema, che poi è solo l’ultima tappa di una lunga teoria di dibattimenti
processuali, Sono più le sconfitte ricevute dagli appelli al primo emendamento
della costituzione americana, delle vittorie, eppure una sentenza dopo l’altra viene
certificata, anche nella sua negazione istituzionale, l’esigenza e l’esistenza
di un modo diverso di vivere la sessualità. La donna d’altri è aggiornato nelle biografie dei principali
personaggi e nella nota dell’autore in al 2009, anche se Gay Talese sfiora
appena il marasma incontrollabile della pornografia in rete, ma è nel suo
stile: altro mondo, altro tempo.
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