mercoledì 24 febbraio 2021

Brian Panowich

Brian Panowich incastra i cliché come proiettili nel caricatore di un’automatica: il colpo da un milione di dollari (un milione e duecentomila, per la precisione), la coppia di agenti dell’FBI, il contrasto tra i federali e i locali, gli scontri lungo la catena di comando, l’amicizia sui lati opposti della legge e della strada. I dettagli originali arrivano dal combattimento dei galli e dal piccolo William, che convive con la sindrome di Asperger, e collegando le due notizie già si svela un po’ troppo, ma i personaggi di Brian Panowich hanno una loro vita che prende forma nel corso dell’intricata trama di Hard Cash Valley. Il protagonista principale, Dane Kirby, si porta dietro qualche reminiscenza autobiografica di Brian Panowich (è stato un pompiere come lui) e la tragedia di aver perso una famiglia in un incidente. Non è proprio un supereroe: arranca a fatica, ha in tasca un’infausta diagnosi, è tormentato dai rimpianti e dalle indecisioni del presente, in particolare nel rapporto con la fidanzata, Misty, e con un vecchio amico, Ed Lemon, coinvolto in uno strano caso di omicidio. Quando viene convocato dall’FBI sulla scena di un altro (brutale) delitto, Dane Kirby sembra non avere possibilità nel confronto con gli agenti Roselita Velasquez e Geoff Dahmer (che ha pure il cognome di un serial killer cannibale), tirati a lucido, aitanti, assertivi e aggressivi, e del loro ambiguo capo, August O’Barr. Per non dire della coppia di filippini che imperversa con ferocia inusitata alla caccia del bottino. Uno dei due ha qualcosa di mostruoso nella sua determinazione: Fenn è il classico personaggio secondario che, nello svolgersi della storia, arriva a occupare un ruolo di primo piano, convinto che “quel paese era il peggiore di tutti. Gli americani erano un popolo debole, bambini grassi e viziati che seguivano alla cieca dei leader il cui obiettivo era chiaramente quello di mantenerli tali”. La sua considerazione è dovuta a motivazioni particolari e al fatto di sentirsi straniero ed estraneo, ma il ruolo dei luoghi e dei legami è fondamentale in Hard Cash Valley come se il territorio fosse una mappa disegnata dai movimenti dei protagonisti. In questo Brian Panowich è debitore, come tutti, a Flannery O’Connor quando diceva: “La terra che sta a cuore allo scrittore nel modo più obiettivo è, naturalmente, la regione che più da vicino lo circonda, o semplicemente la terra, col suo insieme di usi e costumi, che conosce abbastanza bene da utilizzare”. È così che riesce a districarsi tra l’anonimo paesaggio urbano e quello tutto da decifrare nei frangenti più selvatici della Georgia: “Su a nord, in posti come McFalls County, almeno c’erano grandi alberi a stemperare l’afa, e soffiava una brezza costante dalle montagne. In città non tirava un alito di vento, e chi ci viveva doveva accettare l’idea che non esistesse una via di fuga naturale dalle bordate improvvise dell’estate. L’unico sollievo era trovare un luogo provvisto di aria condizionata in cui nascondersi: una macchina, un ufficio, una scatola”. La distinzione non è soltanto climatica: Hard Cash Valley è sull’altro versante ed è come essere oltre un confine dove giusto e sbagliato si confondono, come le strade senza nome che si inerpicano sulle montagne. Ci sono zone franche, dove il governo federale non può arrivare, e pare evidente che per Brian Panowich la distanza è insuperabile e che soltanto uomini combattuti e tormentati come Dane Kirby possano colmarla. L’ammonimento offerto alla “collega” Roselita Velasquez, nel momento in cui stanno per affrontare la resa dei conti finale è lapidario: “Da queste parti l’unica cosa che conta è non lasciare tracce”. Bisogna seguire l’istinto: meno razionalità, più fiuto. Non è soltanto una questione di spazi: è anche il passato che non passa mai ed è il motivo per cui Hard Cash Valley è ornato da una ghost story, per via delle frequenti apparizioni di Gwen, la moglie di Dane Kirby. E tra i fantasmi non vanno dimenticati i residui dei Burroughs che aleggiano sopra Bull Mountain. Sono ancora lì, proprio come  le montagne della Georgia, inamovibili, indistruttibili.

Nessun commento:

Posta un commento