Una delle commedie più riuscite degli ultimi anni, per quel suo sapore agrodolce e quella profondità nascosta in un umorismo mai banale, nasce proprio da questo libro. La storia del romanzo e quella del film sono cresciute in parallelo perché Rex Pickett ha dovuto tormentarsi non poco con il suo manoscritto prima che vedesse la luce e diventasse il grande successo nella trasposizione cinematografica di Alexander Payne. A sua volta sceneggiatore e regista, Rex Pickett prima di Sideways si trovava in condizioni a dir poco fallimentari dopo la realizzazione di un paio di film. Qualche scampolo delle sue traversie autobiografiche alla fine l’ha trasmesso ai personaggi di Sideways e la trama del film e del romanzo in gran parte si sovrappongono. Si parte con un addio al celibato festeggiato da due amici sulle strade dei migliori vini californiani. Miles e Jack non potrebbero essere più diversi: il primo è uno sceneggiatore caduto in disgrazia con un voluminoso romanzo in cerca di (improbabile) editore; il secondo, prossimo sposo, è un volitivo maschio californiano sulla via della redenzione (fino a un certo punto). Miles è introverso, intellettualoide e amante del vino (ma impacciato con l’altra metà del cielo). Jack è esuberante, energico, gaudente tanto che per lui tra una bottiglia di vino e una donna non c'è differenza: vanno consumate ambedue, a maggior ragione negli ultimi giorni di libertà prima del matrimonio. L’associazione enologica vale anche per Miles che in questo senso ha una sua epifania nell’incontro con Maya che però ha tutta una sua sensibilità: “Avrei voluto dire: sei splendida e dannazione se sei la prima donna che abbia mai incontrato che non ha bisogno di assaggiare il vino per sapere che non sa di tappo, il che ti rende ancor più straordinaria”. Con la colonna sonora di Flaming Lips, Beatles, Fleetwood Mac, Rolling Stones (anche se forse sarebbero stati più in tema gli Expensive Winos di Keith Richards), il viaggio on the road di Sideways trasformerà un po’ tutti e due, grazie agli incontri, agli inconvenienti (e agli incidenti) che spuntano tra una degustazione e l’altra. La commedia (tanto nel libro quanto nel film di Alexander Payne) si rivela una ricognizione dell’animo umano garbata e, per quanto sia a tratti esilarante, non è priva di una sua profondità, soprattutto nel gestire la sgangherata simbiosi tra Miles e Jack. Rispetto al film (che comunque resta eccellente), il romanzo ha parecchi dettagli in più a partire soprattutto da un ritmo meno accattivante e nella sua elaborazione più consono agli ups & downs dei due caotici amici. Le modifiche utili a portare sullo schermo la storia sono state accettate di buon grado da Rex Pickett, oltre che per ovvie ragioni vitali, perché non ne hanno snaturato gli elementi fondamentali. Tra l’altro basta guardare bene la faccia di Rex Pickett sul risvolto di copertina di Sideways per rendersi conto che sembra davvero un incrocio tra Miles e Jack. Consigliatissimo, con o senza il film.
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