C’è molto nella wilderness di H. D. Thoreau che è rimasto intatto nella sua visione, nei suoi intenti e volendo nella sua rappresentazione ideale “contro ogni altro modo di vita approvato”. Per vivere a Walden non serve alcun consenso anche perché “l’opinione pubblica è un tiranno assai debole, paragonata alla nostra opinione personale. Ciò che determina o piuttosto indica il fatto di un uomo è l’opinione che egli ha di se stesso”. E’ questa la linea da cui si dirama la narrazione della “vita nei boschi”: parte da piccoli dettagli pratici (l’elenco delle spese, gli attrezzi, le incombenze quotidiane) e si sviluppa sulle note di una visione concentrata nell’idea di “low living, high thinking”. Walden è radicale e radicato nel senso letterale del termine: estremo nelle decisioni, potente nelle immagini, preciso nell’esposizione tanto è convinto H. D. Thoreau che “l’arte più degna è influire sulle qualità del giorno”. Le forme della natura prendono profili antropomorfi e le metafore tratte dalla wilderness servono a comprendere che “le qualità migliori della natura umana, come i fiori in boccio, si possono conservare solo avendone la massima cura. Eppure noi non trattiamo né noi stessi né gli altri con tanta tenerezza”. Piuttosto che un esilio, per quanto volontario, Walden è il disegno di una distanza, la stessa che matura tra la banalità della piatta superficie e la complessità delle radici, tra l’anonimato di una maggioranza succube delle proprie aspettative e la concretezza di una solitudine dentro il mistero della natura. L’osservazione, la contemplazione e la riflessione sono gli elementi primari di Walden che la lettura di H. D. Thoreau finalizza in un’invocazione senz’altro condivisibile: “Se rispettassimo solo ciò che è inevitabile e che ha diritto di essere, la musica e la poesia risuonerebbero per le strade”. A distanza di quasi due secoli, Walden non è un totem pietrificato, immobile, cristallizzato: pur essendo un classico della letteratura americana, è ancora oggi uno strumento duttile, coraggioso, vistoso e caleidoscopico che si presta a più e più letture. La filosofia di H. D. Thoreau ha ben poco di trascendente ed è molto pratica nell’individuare un modello “non normale” da applicare alla vita di tutti i giorni: Walden è un libro d’acqua, fluido, trasparente, profetico nella sua chiarezza. Le risorse che trova H. D. Thoreau sono molto meno solitarie e bucoliche di quanto vogliano far apparire i luoghi comuni che circondano Walden. Hanno invece la naturalezza, la solidità e l’elasticità di una cultura radicale che solo in parte è debitrice della condizione agreste, e mai in termini assoluti. E’ questo a rendere Walden funzionale e attuale a ogni crisi economica (guarda caso c’è sempre una crisi): “siete sempre in bilico, tentando di entrare in affari e insieme di tirarvi fuori dai debiti” scrive H. D. Thoreau e la sua è l’essenza di una risposta, più precisamente un “no” agli affanni e alle schiavitù generate da principi sbagliati. Più che un libro, una presa di posizione. Una scelta.
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