Barry
Hannah continua a essere un oggetto non ben identificato nei corsi e
ricorsi della letteratura americana. Basta inoltrarsi in Mezzanotte
e non sono ancora famoso per accorgersi quanto scomoda e
spigolosa sia ancora oggi la sua narrativa: non è politically
correct, non è né accomodante, né consolatoria, meno che mai
riflessiva o indulgente. Il senso dell’umorismo, indispensabile
anche per chi legge, è tagliente, il tono abrasivo, i bersagli
dichiarati senza tanti patemi, e nessuna esitazione. Un tratto
anarcoide che, con gran gusto e disgusto, prende di mira ogni forma
di istituzione, a partire da quella più celebrata, la famiglia. Una
parte rilevante dei racconti di Mezzanotte e non sono ancora
famoso mette in mostra coppie più o meno disintegrate, avventure
impossibili e matrimoni in cui molte cose che non vanno. Succede in
modi e casi diversi con La nostra casa segreta, Amare
troppo a lungo, Moglie e amici a pranzo, Sorda e muta
o (è chiaro fin dal titolo) in Osservate l’estremo strazio del
marito. Quando Barry Hannah li lascia trasportare, l’eccesso è
inevitabile, come succede nelle due pagine urticanti di Pete
resiste all’uomo della sua vecchia stanza, nel caotico Venir
vicino a Donna, e ancora di più nell’irriverente E’
proprio vero, con lo psicologo Lardner, che raccoglie (e
commenta) le registrazioni dei suoi pazienti, annotando a margine che
ormai “le grandi domande sembrano averci risparmiato”. Barry
Hannah non concede nulla nemmeno agli agli eroi: dall’attualità
del conflitto in Vietnam (la raccolta risale al 1978) riportata in
Testimonianza di un pilota e nell’apoteosi di Mezzanotte
e non sono ancora famoso, ai “southern accents” della guerra
di secessione in Strappato a forza dalla tomba e Quo vadis,
sporcaccione?, i toni grotteschi celebrano in una luce acida le
gesta belliche, che poi, nel trionfo comico e brutale di Sapevo
che non era il tipo per me, eppure l’ho seguito vengono
riassunte così: “Siamo solo dei predoni e dei maniaci: lo capisco
dalla luce che guizza nello sguardo degli uomini. Tutti stanno
diventando sempre più pazzi pere la semplice pazzia d’esser troppo
lontani da casa per farvi decentemente ritorno”. In realtà tutti i
protagonisti di Mezzanotte e non sono ancora famoso sono
comunque fuori posto: hanno sempre qualcosa da nascondere, una
menomazione, un difetto, una lacuna, che spesso determinano una
svolta nelle singole storie. C’è soprattutto l’imprevedibile,
che è il dato caratteristico di Barry Hannah, lo sbalzo, la nota
stridente: un racconto non finisce mai come comincia, la sorpresa è
dietro ogni angolo, e, per quanto brillante, l’urto scomodo tocca
tutti i partecipanti. Nessuna compassione, nessun rimpianto: i
racconti di Mezzanotte e non sono ancora famoso sono collegati
uno all’altro da minuscoli riferimenti, un nome, un’ossessione,
un tema ricorrente, ma soprattutto dall’infausto destino che
associa i protagonisti. Un’unica elegia, a suo modo significativa,
s’intravede in Tutti quei vecchi volti intenti lungo la
ringhiera, dove un manipolo di anziani che osserva Oliver
manovrare la sua barca con a bordo la ragazza “come a Pearl Harbour
nel 1941” commentano dal molo, e con uno scampolo di saggezza: “Qui
siamo tutti abbastanza vecchi da capire che fine faranno gli
sciocchi”. E’ un messaggio che Barry Hannah scrive con
l’inchiostro simpatico, da usare con le dovute precauzioni.
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