E' difficile, se non proprio impossibile, decifrare cosa sia quel paradiso che evoca il titolo di questa raccolta di racconti di Sam Shepard. Sembra un posto dove “tanto per incominciare, non c'era nessuna città” e dove tutto, più o meno, è stato abbandonato al proprio destino. Un paesaggio desertico, bucolico che strani personaggi, uomini e donne, attraversano quasi per inerzia: gli basta pochissimo, un niente, per dare, fosse solo per un'ultima volta, un senso alle proprie vite. Una notte d’amore in albergo, una canzone di rock’n’roll, un cane randagio, un materasso buttato in una discarica, un gallo da combattimento, un pugno di serpenti intagliati nel legno, una vecchia leggenda messicana: l'inventario potrebbe continuare lungo tutti i quaranta racconti di Attraverso il paradiso perché cominciano e finiscono proprio con questi minuscoli dettagli o frammenti di dialoghi lasciati a metà o lettere mai spedite o rimaste senza risposta. Visti tutti insieme sembrano relitti di un naufragio di cui Sam Shepard, con David Mamet il più grande drammaturgo contemporaneo americano, è testimone consapevole e osservatore minuzioso. Per certi versi si ritorna, ed è inevitabile, alle atmosfere di Motel Chronicles, ma ci sono luoghi e situazioni che rimandano ancora a Paris, Texas o alle tante sceneggiature di Sam Shepard. Con un taglio finale più personale e probabilmente autobiografico quando racconta del set cinematografico in Messico: è facile immaginare nel regista tedesco un Wim Wenders ed è altrettanto naturale scivolare nella lettura di Colorado non è un vigliacco, uno dei racconti più belli (e anche divertente) di Attraverso il paradiso. Conferma, dove ce ne fosse bisogno, del talento narrativo di Sam Shepard anche per via di: 1) Nuevo Mundo, perché è un bellissimo racconto che sembra uscire dalla penna di Cormac McCarthy; 2) La natura alla natura, che ricorda i ragazzi di Stand By Me cresciuti abbastanza da impegnarsi in una rock’n’roll band, ma non ancora capaci di stare lontano dai guai; 3) Spencer Tracy non è Morto vista l'esilarante (per chi legge) situazione on the road dove il protagonista principale potrebbe benissimo essere Hunter S. Thompson; 4) Omaggio a Céline, e non c'è bisogno di spiegare perché; 5) Emergenze più urgenti, un esercizio di scrittura in puro stile Raymond Carver; 6) Un gruppetto di amici, un racconto che non sfigurerebbe una volta incastrato in Solo un cielo blu di Thomas McGuane. Sarà un caso, ma i nomi che Attraverso il paradiso ricorda appartengono a scrittori americani che non vanno molto per il sottile quando devono raccontare il proprio paese. Forse è proprio quello, l'America, il paradiso che non c'è e che i personaggi di Sam Shepard cercano di attraversare indenni ascoltando o sognando Elvis, Frank Sinatra, Willie Nelson, Merle Haggard, i Kinks o Duke Ellington. O forse quel “paradiso” è solo una menzogna della mente, un'immagine sullo sfondo, il ricordo di un sogno, ma con Sam Shepard è facile credere che sia tutto vero.
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