Sfuggendo da un grave incidente in cui è involontario protagonista, Willy Middlebrook attraversa l'America. Piuttosto che riconoscersi nel riflesso di un capro espiatorio e sfruttando tutti i mezzi possibili scappa dalle ombre: con il passare del tempo, la sua fuga diventa sempre di più la ricerca di una vita sognata e sperata che si scontra con le crude evenienze della realtà e della strada. Bisogna arrivare in fondo alla fuga di Willy Crusoe alias Willy Middlebrook per scoprire cosa sono Le famose patate. Il suo viaggio verso ovest (ma con molti cambi di direzione) nasce dal caso perché Willy si ritrova nel bel mezzo dell'omicidio di un poliziotto e non prova nemmeno a spiegarsi perché in un paese dove "la giustizia sta alla legge come la verità alla pubblicità" e le strade corrono per migliaia di chilometri come un'illusione di libertà, è più facile (e forse logico) scappare, che provare a farsi capire. Ma, pagina dopo pagina, e patata dopo patata, nel denso romanzo di Joe Cottonwood quell'episodio sembra soltanto un pretesto, lo sparo dello starter sulla linea di partenza ("Se non corri non vivi") perché con l'allungarsi del viaggio, aumenta la consapevolezza di Willy Crusoe (del resto qualcosa nel naufrago ce l’ha già anche nel cognome) di essere un outisder: "La mia scelta l'ho fatta. M'hanno aperto la porta e io ho scelto di non entrarci. Rimpianti non ne ho. Forse altri si sarebbero comportati diversamente. Forse li ho delusi, e in tal caso anche loro hanno deluso me. Significa che non capiscono. Guardano troppo la televisione". Non è il solo e il suo "road movie" è costellato di incontri, uno dei quali vale per tutte Le famose patate: "Gli piaceva parlare. Chiacchierammo per un'ora. Di quel che disse non ricordo una parola, né uno dei miei pensieri. Non ricordo nemmeno che aspetto avesse. Insomma, un perfetto incontro sociale. Non ci scambiammo assolutamente nulla". Nell'aria magari risuonano le note allegre e sognanti di Chiffons, Shirelles, Orlons, quasi un ripescaggio dei sogni traditi negli anni Cinquanta e Sessanta perché "le famose patate" attraversano un paese ingrigito e maleodorante, in cui c'è gente che ancora crede in "un mondo logico e benevolo" e che, paradossalmente (e parafrasando Joe Cottonwood), sa di essere viva solo quando ha paura. E i tratti picareschi, a volte persino irridenti (“Metti ordine nella tua vita. C è A. B è A. B è C. A è B e C. Considera l'inverso”), del romanzo non nascondono l'intima verità della storia di Joe Cottonwood: è il racconto di un'immensa solitudine. Molto dolorosa. Molto americana.
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