Con
un equilibrio raro ed elegante, David James Poissant riesce a tenere
insieme il fantastico e l'ironia, il surreale e l'onirico con il
dramma ordinario della realtà, il più delle volte ancorata alla sua
essenza blue collar. Il tono e il ritmo, che sono comuni a tutti i
sedici racconti, portano sempre alla sorpresa, un colpo a effetto,
una variazione improvvisa sul tema. Capita con Il
bambino che brilla,
un frammento di due pagine con la delicatezza di un sogno,
con Ko, che
sarebbe una short story degna di Raymond Carver, se non fosse che il
bizzarro quadro d'insieme lo fa sembrare piuttosto una canzone di Tom
Waits, con 100%
cotone dove
la scena di una rapina a mano armata (anzi, due) si sovrappone a
quella di un suicidio mancato e di un omicidio compiuto per un errore
di comprensione e con l'acido trip di Il
lupo. Nell'immediato, il
paragone più calzante agli esordi di David James Poissant è con
George Saunders
ma la sua voce è già abbastanza autorevole nel
vivisezionare l'incomunicabilità, il vero tema che popola Il
paradiso degli animali e
sviluppato su
diversi piani. Rocambolesco nel tratteggiare le psicosi che
spingono La
fine di Aaron oppure
rispettoso e graffiante, in Il
rimborso,
piccola istantanea di una società pervasa dall'ansia della
competitività che poi è un altro modo per declinare l'aggressività.
Famiglie spezzate, confuse, travolte dall'eventualità,
dall'imprevisto, dall'ignoranza, dalla violenza, dalla morte, dalla
vita: non
sembra casuale che in Nudisti,
un'elaborata riflessione sul perdono attraversa da una tensione quasi
insopportabile, la conclusione veda tutti i protagonisti spogliati e
(in fondo) indifesi. I racconti
hanno una serie di agganci, aderenze e connessioni, il più delle
volte impercettibili o, almeno in apparenza, casuali. Piccoli
dettagli, lo stesso quartiere (visto da prospettive diverse),
un'ultima estate, e, naturalmente, gli animali che specchiandosi
nelle idiosincrasie e nei dilemmi umani, formano un mondo
parallelo. Basta ricordare (e scoprire) il ruolo di James
Dean all'interno della fragilissima coppia di Io
e James Dean o
quello del gatto e degli insetti nello straziante resoconto
dell'incontro di Il
braccio. La
geografia delle emozioni prevede diverse parti d'America, dalla
Florida (dove David James Poissant vive) all'Arizona con una
vocazione verso la West Coast, celebrata dal viaggio al centro
dell'ultimo racconto, Il
paradiso degli animali,
che ha (ancora) come protagonista lo stesso del primo, L'uomo
lucertola,
come se fossero un prologo e un (lungo) epilogo a circoscrivere Il
paradiso degli animali. L'insistita
direzione verso le coste californiane avvicina la raccolta di David
James Poissant, per l'ovvia assonanza, ma anche per il gusto e per il
tatto, alle considerazioni di T. C. Boyle in Gli
amici degli animali:
due diverse versioni dell'ecologia dei sentimenti umani, ma anche del
confuso rapporto con gli altri abitanti dello stesso pianeta. Il
coccodrillo, se lo lasci libero, non ti stacca un braccio a morsi, le
foche per andare sott'acqua mandano giù i sassi e gli ippopotami
proteggono i propri simili anche quando sono caduti perché se per la
vita ci vuole un sacco di amore, per la morte ce ne vuole di più.
Merita un appunto a parte La
geometria della disperazione, composta
dal Diagramma
di Venn e Sveglia
il bambino. Sembrano
già i due capitoli di un romanzo e sono una sintesi decisiva delle
proprietà narrative di David James Poissant. Consigliatissimo, anche
per il futuro.
Avviso dalla regia: Il paradiso degli animali di David James Poissant sarà disponibile in libreria a partire dal 22 ottobre.
RispondiEliminaComprato, letto, amato. grazie
RispondiEliminaFrancesca
Grazie a te.
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