Sia lode ora a uomini di fama è un libro che, come scriveva James Agee nella dedica a Walker Evans, “contro il tempo e i guasti del cervello, affila e calibra” la percezione che è uno dei suoi temi fondamentali. Lo scrive James Agee fin dalle primissime pagine: “Poiché nel mondo immediato è necessario discernere ogni cosa, per chi sia capace di discernere, e con essenzialità e semplicità, senza dissezione in scienza o digestione in arte, ma con coscienza totale, cercando di percepire la osa per come si pone: per cui, ad esempio, l'aspetto di una strada in pieno sole può ruggire nel suo proprio intimo come una sinfonia, e forse come nessuna sinfonia può: e quel tutto di coscienza di sposta dall'immaginato, dal riesaminato, allo sforzo di percepire altro che il crudele raggiare di ciò che è”. Quello che videro James Agee e Walker Evans (attraverso la scrittura il primo e con la fotografia il secondo) nell'Alabama dell'estate del 1936 era un sole malato: la Grande Depressione aveva distrutto l'economia rurale e la povertà era dilagata con la forza di un uragano e la sistematicità di un'epidemia. Non è facile raccontare la miseria: James Agee e Walker Evans ci sono riusciti in modo chiaro, duro, perfetto e con un metodo che sarebbe da insegnare come materia principale in tutte le università: per capire, per percepire, vissero nelle famiglie dei contadini e la descrizione, il minuzioso elenco degli oggetti, delle case, dei volti di James Agee ha un riflesso speculare e complementare negli scatti di Walker Evans. A quel punto l'idea del reportage è abbondantemente superata: entrambi mettono in gioco qualcosa che va oltre il giornalismo, la letteratura, la fotografia, l'arte. Affrontano la questione in prima persona, mettendo in discussione le proprie certezze, le idee, la stessa vita. Non è un libro semplice, Sia lode ora a uomini di fama. Già la sua forma è indefinibile: non è un saggio, anche se ne ha tutto l'aspetto. Non è un romanzo, eppure James Agee è un narratore sublime. E' un viaggio. E' un manuale per ogni aspirante reporter. E' contraddittorio perché come direbbe Walt Whitman “contiene moltitudini”. E' scomodo, perché James Agee e Walker Evans si schierano, prendono posizione e, tra le righe, riescono a spiegarci il perché dell'arte, della creatività, dell'ingegno. E soprattutto quanto tutto ciò sia importante. Scriveva infatti James Agee: “Senza particolari condizioni e se necessario con combattività io rispetto le opere dell'immaginazione anche quelle ritenute le più fantastiche e ci credo. Sono anzi disposto a dire, poiché coerente con me stesso ci credo, che le opere di immaginazione (...) fanno progredire e aiutano il genere umano, aprono una prospettiva nel buio che lo circonda, come a nient'altro è possibile”. Sia lode ora a uomini di fama (ora in versione economica, con un prezzo che è quasi un favore: meno della metà di quanto costava in origine) è un libro che non lascia indifferenti: James Agee e Walker Evans rivelano un paesaggio (umano, e non solo) lasciandosi trasportare da quello che scoprono: “Arrivare a toccare con devozione il nodo centrale di un argomento, mentre a ogni passo cresce il rispetto che per esso provi e il cuore ti si scioglie di vergogna per come lo stai trattando: arrivare a sapere con sempre maggior chiarezza e infine sin nell'intimo dell'anima che tu ne sei indegno: lasciatemi sperare almeno che sia già qualcosa aver cominciato a imparare”. Non è esagerato dire che un uso costante di Sia lode ora a uomini di fama cambi sensibilmente il livello della percezione perché riabitua a porsi delle domande, chiedersi “in che modo siamo rimasti intrappolati? dove, lo sbaglio che abbiam fatto? cosa, come, dove, quando, in che modo, tutte queste cose avrebbero potuto essere diverse, se solo avessimo diversamente agito?”. Tutte queste domande contengono già la risposta: “se solo avessimo saputo”. Ecco, Sia lode ora a uomini di fama spiega cosa vuol dire sapere, essere a conoscenza e l'argomento può essere tanto la vita nei campi dell'Alabama del 1936 quanto il rock'n'roll (o quant'altro) oggi. Poi sarebbero arrivati William Least Heat Moon, Bill Bryson e Jonathan Raban (e James Talley con Cavalliere Ketchum che nello struggente The Road To Torreon hanno provato ad aggiornare l'Alabama di James Agee con il New Mexico), ma il vero viaggio nell'America blue collar è cominciato Sia lode ora a uomini di fama. Fondamentale.
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